Anna Marotta
Un resoconto per “Il Carnevale degli animali”
La creatività nella più completa delle accezioni: ideare un progetto ludico-educativo, esplicitarlo per renderlo condiviso, realizzarlo e vederlo interagire con persone, cose e luoghi. Per il Carnevale di Pomezia 2015, l’Associazione L’Isola di Ula e Opp ha risposto alla sollecitazione dell’amministrazione comunale promuovendo l’incontro tra le famiglie e puntando alla valorizzazione delle potenzialità creative generate dalla manualità e dal fare insieme di genitori e figli. La riscoperta del gioco creativo come modalità di relazione. L’idea laboratoriale che nasce dalla sintonia dei progetti di Anna Marotta e Valeria Petricca – presidente dell’Associazione L’Isola di Ula e Opp – insieme a Carlo Infante di Urban Experience, hanno scelto di valorizzare il processo creativo oltre che il prodotto, coniugando la dimensione ludica, educativa e partecipativa realizzando una pratica di cittadinanza creativa.
Punto di partenza dell’ideazione progettuale è stato “Il Carnevale degli animali”, opera di Camille Saint-Saëns. eseguita per la prima volta proprio in occasione della festività del martedì grasso; ed è con gli animali che nei giorni precedenti al 17 febbraio, bambini, ragazzi e genitori hanno giocato realizzando animali 3D e maschere di uccelli.






Sono nati così cenerini, pavoni, cigni, upupe, picchi, carnidali, pappagalli, colibrì oltre che animali di cartone, espressioni di creatività, con l’idea di generare ulteriore creatività in piazza.




“Il Carnevale degli animali” è uscito dai confini del laboratorio per andare in strada e confluire nel percorso previsto per la sfilata dei carri, seguendo un format di azione basato sull’idea del “pedibus” e contando sulla soluzione performante del radio-walkshow, una modalità che grazie ad un sistema radio permette al gruppo mascherato di conversare ed ascoltare degli audio clip trasmessi via smartphone nonostante il frastuono del Carnevale.Il walk è partito da Isolab, locali laboratoriali della Ludoteca L’isola di Ula e Opp, con la distribuzione delle maschere, dei richiami, delle ali, delle radio.Guidati da Carlo Infante e da una postazione itinerante di bird-watching, realizzata con il contributo dei nonni Angelo e Francesco del Comitato di Quartiere Nuova Lavinium, si tenta una organizzazione dello stormo, in cui si cammina accanto, ci si guarda, ci si ascolta; uno “stormo” di persone in comunicazione diretta, dotato non solo di comportamento quanto di intelligenza connettiva.







Nelle due tappe del pedibus, oltre ad accogliere nello stormo altri uccelli, si valorizza il contributo femminile alla città di Pomezia:incontriamo Loredana del Mulino Giacomini – che regala ai bambini il miglio da spargere come coriandoli, funzionale alla sopravvivenza degli uccelli in città; Barbara, che con il suo Naturgiocando propone alla città di ritornare al gioco creativo, tutto da ideare e costruire; dialoghiamo con Tiziana Bartolini, direttora di NOIDONNE con la quale approfondiamo la problematica legata alla libera circolazione dei semi, a volte negata dalle modificazioni genetiche che annullano il potere tutto naturale autogenerativo delle piante; assaggiamo il buonissimo migliaccio fatto da Chiara, dolce tipico campano del carnevale, il cui nome si deve al fatto che una volta era preparato con farina di miglio, oggi sostituita con la semola. Nel frastuono del Carnevale ci concediamo l’ascolto dei versi degli uccelli attraverso mobtag che linkano a contributi sonori presenti nel web, ascoltiamo parlare un cenerino, e la legenda di Pico trasformato in picchio dalla maga Circe, tratta dalla pubblicazione di Giosuè Auletta Lavinium, dalla voce narrante di Chiara e Luca.




Nel frattempo in piazza i bambini colorano con la loro creatività gli animali del carnevale, che aspettano l’arrivo degli uccelli.


Lo stormo è quindi diretto in Piazza Indipendenza dove ci accoglie la voliera,con gli uccelli nati dalla creatività e dal tratto di Cristiana Cerretti per B17 Illustrations. In ascolto del brano “Le voliere“ di Sant Saens i bambini personalizzano gli uccelli con colore e nome, lo legano insieme al pacchetto di semi selezionati dal piccolo Jacopo e preparati dalla piccola Viola, pronti a disseminare.







Lasciamo quindi volare i semi nel cielo: una azione concreta e insieme metaforica. Liberare semi, liberare creatività, favorire un processo di crescita per l’infanzia e per gli adulti attraverso una pratica di cittadinanza creativa che proprio come un seme rappresenta “cibo” che nutre.



